martedì 15 marzo 2016

Stranddbeest - bestie da spiaggia.



Sono grandi strutture mobili costruite connettendo e articolando sottili tubi gialli in PVC, del tipo in uso in elettrotecnica per la canalizzazione dei cablaggi di impianti elettrici, assemblati con nastro adesivo, elastici, e fascette serrafili. A questi materiali si aggiunge l'impiego di bottiglie riciclate di polietilene, bastoni di legno e pallet.
Simili nell'aspetto a giganteschi insetti, o a grossi scheletri animali, le sue creature sono in grado di camminare sulle spiagge olandesi sfruttando l'energia del vento: nel tempo, hanno acquisito anche forme di omeostasi, con la capacità di immagazzinare l'energia eolica in bottiglie, sotto forma di aria compressa, per garantirsi forme di autonomia in assenza di vento, ma anche con l'implementazione di rudimentali abilità percettive nei confronti dell'ambiente esterno, attraverso semplici sensori realizzati con gli stessi materiali di base, e con l'implementazione di elementari forme di memorizzazione, una combinazione di elementi che permette alle Strandbeest di modificare il proprio comportamento sulla base delle percezioni.

mercoledì 24 febbraio 2016



Homework #7

Presenza della parola macchina nel libro "Il pendolo di Foucault" di Umberto Eco.




La parola macchina compare 46 volte, di seguito un elenco delle parti più interessanti (sono state omesse soprattutto le parti in cui il termine macchina indicava l'automobile):

P.9
"La Citroén C 64 del '31 si offriva solo in spaccato, buon modello scolastico ma nascondiglio irrisorio. Neppure parlare della macchina a vapore di Cugnot, enorme, tutta caldaia, o marmitta che fosse."

P.10
"Ero in un museo della tecnica, mi dicevo, sei in un museo della tecnica, una cosa onesta, forse un poco ottusa, ma un regno di morti inoffensivi, sai come sono i musei, nessuno è mai stato divorato dalla Gioconda — mostro androgino, Medusa solo per gli esteti — e tanto meno sarai divorato dalla macchina di Watt, che poteva spaventare solo gli aristocratici ossianici e neogotici, e per questo appare così pateticamente compromissoria, tutta funzione ed eleganze corinzie, manovella e capitello, calderone e colonna, ruota e timpano."

P.18

"Ecco, stavo battendo alla cieca, e ora ho preso quel blocco di teratologie ortografiche e ho comandato alla macchina di ripetere il suo errore in coda a se stesso, ma questa volta l'ho corretto e finalmente esso appare pienamente leggibile, perfetto, da spazzatura ho tratto Pura Crusca."

P.20

"Una macchina non collabora, sa che deve ricevere la parola, non la riceve, tace."

P.23
Se questa macchina ti desse subito la verità non la riconosceresti, perché il tuo cuore non sarebbe stato purificato da una lunga interrogazione.

P.28
Ma siccome ero ubriaco, mi rimisi alla tastiera e digitai SOPHIA. La macchina mi richiese con cortesia: "Hai la parola d'ordine?" Macchina stupida, non ti emozioni neppure al pensiero di Lorenza.

P.134
Ma credo che attraverso di lei egli iniziasse ad avvertire il carattere erotico degli universi automatici, la macchina come metafora del corpo cosmico, e il gioco meccanico come evocazione talismani.

P.142

"Inquietante. Il trionfo della macchina in una chiesa gotica..."

P.143
"Ecco perché mi piace questa macchina: è stupida, non crede, non mi fa credere, fa quello che le dico, stupido io stupida lei — o lui."

P.230
""Lo avevo detto. Questa macchina dice solo quello che tutti sanno già." E se ne uscì sconsolato."

P.291
"E soprattutto un conto era creare il modello astratto delle combinazioni possibili e un conto pensare a una macchina in grado di metterle in atto."




Archigram.

Nei progetti del gruppo di avanguardia Archigram, formatosi negli anni Sessanta del Novecento a Londra, si possono cogliere alcuni rapporti tra architettura e macchina.


Plug-in City.

Progettata da Peter Cook nel 1964, la Plug-in-City (città connessa) è una mega struttura senza edifici, una massa compatta di elementi di forma similare (le abitazioni sono a forma di celle o componenti standardizzati). La macchina non solo viene accettata di buon gusto, ma anche acquisita e rielaborata. Anzi, viene innalzata al livello dell'essere umano, che tuttavia preserva una posizione di "superiorità", grazie alla capacità di pensiero, del ragionamento e, soprattutto, dell'"analisi e risoluzione dell'imprevisto".


The Walking City.

Progettata da Ron Herron nel 1964, la così detta città camminante è costituita da edifici-macchina intelligenti o robot in formato gigante, di per sé baccelli contenitori vita, che potrebbe vagare per la città. La forma derivante dalla combinazione di insetti e di macchine è stata un'interpretazione letterale da Le Corbusier, aforisma di una casa come una macchina in cui vivere. I baccelli sono indipendenti, contengono parassiti che potrebbero entrare o uscire in stazioni dove questi occupanti vengono cambiati o dove si ricostituiscono le risorse disponibili. Il cittadino è quindi un nomade non totalmente differente dall'attuale automobile. Il contesto era concepito in un mondo futuro dopo un conflitto nucleare.


Instant City.

Instant City (città instananea) è una fiera della tecnologia mobile che si sviluppa nei quartieri degradati, nella squallida città volante (come un palloncino) con strutture provvisorie. L'effetto è una deliberata sopra stimolazione per produrre una cultura di massa, con un abbraccio di pubblicità estetica. L'intero sforzo alla fine è destinato a lasciare indietro l'aggancio con la tecnologia avanzata.

domenica 21 febbraio 2016


La casa come "macchina per abitare".


Come la sincerità strutturale del Partenone era l'emblema dello spirito del tempo per i Greci, così è la macchina per Le Corbusier all'inizio del '900.




















La citazione della casa come "macchina per abitare" è di Le Corbusier che lanciò questo slogan ai primi del '900, periodo di sviluppo della produzione industriale di serie in cui le città erano in espansione.

“Una grande epoca è cominciata. Esiste uno spirito nuovo. L’industria, irrompente come un fiume che scorre verso il proprio destino, ci porta gli strumenti nuovi adatti a quest’epoca animata da un nuovo spirito (…). L’architettura ha come primo compito, in un’epoca di rinnovamento, quello di operare la revisione dei valori, la revisione degli elementi costitutivi della casa” (Le Corbusier, Verso un’architettura, 1923).

Le Corbusier progettò nel 1915-16 il sistema "domino" che consente la ripetizione e l'accostamento di più moduli standard ripetibili, composti da soli pilastri e solette, da completare a piacimento attraverso l'inserimento dei tramezzi e tamponature esterne.
Le nuove tecnologie costruttive come quella del cemento armato (metodo Hennebique) permettevano quindi una totale libertà distributiva in pianta e in facciata, portando una vera rivoluzione in architettura.



Nel 1926 l'architetto mette a punto il primo prototipo della Maison Citrohan, nome simile alla casa automobilistica francese che avrebbe dovuto suggerire le finalità del progetto: economicità e riproduzione in serie.

Homework #8

Cercare la parola "macchina" in una frase pubblicitaria.

Architettura che diventa macchina.

Con il padiglione COSMO, l’architetto spagnolo Andrés Jaque rende visibile il tema dell’uso e dello spreco dell’acqua.
La struttura, una gigantesca macchina semovente composta di numerose componenti agro-industriali, troneggia al di fuori del museo di Queens.
COSMO è in grado di purificare 11.000 litri d’acqua durante cicli di quattro giorni, utilizzando diverse tecniche di fitodepurazione e di fatto creando un nuovo microclima mobile.





Festoni di tubature in gomma sono sospesi a mezz’aria, agganciati a uno scheletro metallico. Jaque da diversi anni sta affinando un linguaggio architettonico, che include materiali e manufatti industriali, come nelle tettoie mobili Escaravox per il complesso culturale El Matadero di Madrid, ottenute assemblando macchine per l’irrigazione, plastica per le serre e mobilio usato. Il riciclaggio diventa quindi un dispositivo estetico, che sostiene una posizione ideologica rispetto al ruolo dell’architettura, pensata come un sistema in grado di connettere materiali, soluzioni tecniche e aree di expertise spesso distanti. Da questo progetto emana un’idea di ecologia pensata non come un’imitazione della natura, ma piuttosto come una azione tecnica attraverso l'uso di macchine che consente di riutilizzare le risorse, sempre più scarse.



giovedì 11 febbraio 2016

Homework #5

Il logo della Repubblica Italiana contiene la ruota dentata d'acciaio di una macchina, simbolo del lavoro che è alla base della Repubblica. Interessante riflettere su come si sia scelto il lavoro legato all'industria rispetto ad altri tipi (lavoro agricolo ad esempio).